Il ciclo di programmazione 2021-2027 prevede molte novità sui fondi agricoli e rurali: scopriamo insieme quali.

Le ragioni della Politica Agricola Comune: sicurezza alimentare, ambiente, vulnerabilità

La cosiddetta Politica Agricola Comune (PAC) e i fondi europei destinati all’agricoltura sono un tema centrale in ambito comunitario, fin dalla loro istituzione nel 1962. 

Sono associati a molti obiettivi strategici dell’UE: garantire un certo livello di autosufficienza alimentare in Europa (tema per nulla scontato, anche alla luce dell’attuale situazione internazionale); regolare la fluttuazione dei prezzi dei prodotti alimentari (aspetto cruciale soprattutto per le categorie sociali più vulnerabili); salvaguardare le risorse naturali, l’ambiente e il paesaggio; proteggere la salute, la sicurezza e la qualità degli alimenti; salvaguardare il reddito e il lavoro degli agricoltori e di un’ampia gamma di attività economiche che ruotano intorno all’agricoltura (industria alimentare, turismo, servizi, altre produzioni non alimentari legate al settore agricolo e forestale).

Per raggiungere tutti questi obiettivi sono necessarie misure specifiche, poiché la produzione agricola è soggetta a vari fattori di vulnerabilità e incertezza legati al clima, agli eventi naturali e anche ad aspetti economici, che in condizioni di mercato normali rendono l’attività agricola meno redditizia e attrattiva per i lavoratori (con conseguente rischio di abbandono delle campagne) e più soggetta alla competizione internazionale (competizione sui prezzi dei prodotti provenienti da altri paesi). Tali misure sono state tra le prime ad essere adottate a livello comunitario in quanto intervengono direttamente sul mercato, che le istituzioni europee hanno l’obiettivo di mantenere unico e integrato.

L’agricoltura in Europa: un terzo del bilancio comunitario e un tema “caldo”

D’altra parte, la Politica Agricola Comune è stata (ed è) criticata da molti osservatori, istituzioni e organizzazioni, in virtù dei suoi effetti distorsivi sul mercato e delle ingenti risorse che essa assorbe:

Alla PAC è dedicato circa un terzo del bilancio comunitario: come abbiamo mostrato nel capitolo dedicato alle istituzioni e alle politiche europee, circa un terzo del bilancio comunitario di questo settennio è dedicato alla PAC (fondi FEASR e FEAGA), circa un terzo alla Politica di Coesione (Fondi Strutturali) e circa un terzo alla realizzazione dei vari programmi comunitari

Una proporzione che in passato era ancora più alta e che da alcuni è giudicata eccessiva; ma che sicuramente fa dell’agricoltura un tema “caldo” per chi si occupa di fondi europei.

Per questo motivo, l’attuale edizione della Guida all’europrogettazione prevede un approfondimento specifico su fondi agricoli e rurali, il FEASR e il FEAGA, che hanno modalità di funzionamento particolari rispetto ad altri programmi e fondi europei. Consigliamo a tutti i lettori interessati di approfondire la loro analisi sui rispettivi link.

Un periodo di novità: il periodo transitorio (2021-2022) e la “Nuova PAC” (2023-2027) 

Trattandosi di temi centrali a livello europeo, La PAC e le misure di supporto all’agricoltura sono oggetto di un continuo dibattito e hanno conosciuto vari momenti di riforma: in un’ottica di modernizzazione del settore (1970), di riequilibrio tra domanda e offerta (1984), di supporto diretto agli agricoltori (1992), di integrazione di dinamiche di sviluppo rurale (1999), di maggior integrazione degli aspetti ambientali e sociali (2013).

Negli ultimi anni è stato avviato un nuovo processo di riforma della PAC, che non è ancora concluso.

Come spiegato nei capitoli della Guida dedicati al FEASR e al FEAGA, ci troviamo ora (periodo 2021-2022) in una fase transitoria in cui vengono ancora applicate le regole del precedente ciclo di programmazione, nell’attesa dell’entrata in vigore di una “Nuova PAC” a partire dal 2023.

L’introduzione di una “fase transitoria” si è resa necessaria a causa della complessità del tema e della diversità di vedute tra le diverse parti coinvolte. I regolamenti relativi alla “Nuova PAC” sono stati approvati soltanto nel dicembre del 2021, a un anno dall’avvio dell’attuale periodo di programmazione. La “Nuova PAC” richiede inoltre la formulazione di piani nazionali, che ne costituiscono la base strategica di partenza. Essi sono stati presentati alla Commissione nel dicembre 2021, che avrebbe dovuto approvarli entro il 30 giugno. Il 31 marzo la Commissione ha condiviso le sue osservazioni riguardo al Piano italiano (ben 244 punti, illustrati in un documento di 40 pagine). È attesa nei prossimi mesi la finalizzazione dell’attuale bozza e la sua successiva approvazione.

Che cosa cambia con la “Nuova PAC” e la bozza di Piano Strategico Nazionale

La “Nuova PAC” prenderà dunque il via nel gennaio dal prossimo anno. Coprirà il periodo 2023-2027 e prevederà alcune importanti innovazioni nell’uso e nell’organizzazione dei fondi.

Innanzitutto, le “Nuova PAC” prevede un unico Piano Strategico Nazionale della PAC, che dà coerenza e regola l’uso dei fondi FEASR e FEAGA in ogni paese, sulla base delle sue specificità organizzative e territoriali. Nel caso dell’Italia, per quanto la programmazione generale dei fondi agricoli e rurali sarà definita a livello nazionale, ci si aspetta che le Regioni mantengano un ruolo centrale nel programmare e nel gestire gli specifici interventi, in quanto Autorità di Gestione dei fondi nel loro territorio di riferimento.

A livello generale, la “Nuova PAC” prevede inoltre nuovi obiettivi, una maggiore attenzione all’ambiente, alla competitività, ai piccoli produttori, alla semplificazione e all’allineamento delle procedure, agli aspetti sociali e del lavoro e alle specificità settoriali: ne abbiamo parlato nelle pagine dedicate a FEASR e FEAGA e si possono trovare maggiori informazioni nei link proposti nel prossimo paragrafo.

A livello italiano, la bozza di piano strategico (lunga più di 1500 pagine) è sintetizzata in due brevi presentazioni, che abbiamo individuato come abbastanza chiare ed esaustive nel trattarne rispettivamente la struttura e i contenuti. Ne riprendiamo a seguire i termini numerici essenziali.

AIUTI AL REDDITO 10.477.775.690 €

29%
Sostegno di base al reddito per la sostenibilità 8.376.429.375 €
Sostegno ridistributivo complementare al reddito per la sostenibilità 1.751.121.930 €
Sostegno complementare al reddito per i giovani agricoltori 350.224.385 €
ECOSCHEMI
4.377.804.830 € 12%
Benessere animale e riduzione degli antibiotici
1.816.570.620 €
Inerbimento colture arboree 777.960.455 €
Olivi di particolare pregio paesaggistico 751.394.145 €
Sistemi foraggeri estensivi 814.710.385 €
Misure specifiche per gli impollinatori 217.169.225 €
SOSTEGNO ACCOPPIATO 2.626.682.895 € 7%

Zootecnia

1.092.700.085 €

Colture a superficie
1.183.758.425 €
Colture proteiche 350.224.385 €
SVILUPPO RURALE 14.775.893.476 € 41%

Impegni in materia di ambiente e di clima e altri impegni in materia di gestione 4.461.529.684 €
Vincoli naturali o altri vincoli territoriali specifici
1.094.859.903 €
Svantaggi territoriali specifici derivanti da determinati requisiti obbligatori 74.743.558 €
Investimenti, compresi gli investimenti nell'irrigazione 4.020.986.053 €
Insediamento dei giovani agricoltori e dei nuovi agricoltori 948.428.688 €
Strumenti per la gestione del rischio 2.876.069.969 €
Cooperazione 1.090.607.910 €
Scambio di conoscenze e la diffusione dell'informazione 208.667.711 €
AIUTI SETTORIALI 3.048.197.685 € 9%
ASSISTENZA TECNICA 350.703.773 € 1%
TOTALE 35.657.058.349 € 100%

Forniamo a seguire una breve rassegna delle principali fonti di informazione cui far riferimento per approfondire la conoscenza del quadro europeo e italiano della PAC e dei fondi rurali.

Il quadro europeo e italiano della PAC 2023-2027: le fonti di approfondimento

Relativamente al quadro europeo, il sito di riferimento è quello della Commissione europea, che fornisce i seguenti elementi:

Inoltre, il sito dedicato del Consiglio fornisce una panoramica della storia e dell’evoluzione della PAC, con un approfondimento sulle novità della “Nuova PAC” 2023-2027. Una prospettiva che è ripresa in un interessante articolo della Fondazione Robert Schuman. Il sito della Rete Europea di Sviluppo Rurale fornisce altre utili informazioni più operative, tra cui in particolare una sezione dedicata alla PAC post-2020; insieme a un database di progetti, materiali utili, possibili partner, eventi e molto altro ancora.

Relativamente al quadro italiano, il sito di riferimento è quello della Rete Rurale Nazionale. Questo risulta evidente dalla home page, ricchissima di elementi e approfondimenti di ogni tipo (non soltanto relativi ai progetti europei) per chi si occupa di mondo rurale e agricoltura. Una delle sezioni è dedicata alla programmazione della PAC 2023-2027, che fornisce i seguenti elementi:

1 – Garantire un giusto reddito : Policy Brief   |   SWOT

2 – Aumentare la competitività : Policy Brief   |   SWOT

3 – Riequilibrare la filiera : Policy Brief   |   SWOT

4 – Contrastare i cambiamenti climatici : Policy Brief   |   SWOT

5 – Tutelare l’ambiente : Policy Brief   |   SWOT

6 – Conservare i paesaggi e la biodiversità : Policy Brief   |   SWOT   +   allegati

7 – Sostenere il ricambio generazionale : Policy Brief   |   SWOT

8 – Rivitalizzare le aree rurali : Policy Brief   |   SWOT

9 – Proteggere la salute e la qualità del cibo : Policy Brief   |   SWOT

AKIS – Sistema della conoscenza e digitalizzazione : Policy Brief   |   SWOT

Le caratteristiche strutturali del settore agricolo, agroalimentare e forestale : Policy Brief

Sempre relativamente al quadro italiano della PAC, consigliamo inoltre due interessanti pubblicazioni:

La “Nuova PAC”: un cantiere in movimento, con ulteriori novità in arrivo

La PAC copre una parte importante dei fondi europei e la “Nuova PAC” è una delle grandi novità di questo nuovo periodo di programmazione. Una novità che non ha ancora avuto modo di manifestarsi (siamo ancora nella cosiddetta “fase transitoria”) ma che vedremo all’opera molto presto: nei prossimi mesi il Piano Strategico Nazionale verrà finalizzato e dal prossimo anno entrerà in vigore un sistema rinnovato di gestione dei fondi FEASR e FEAGA. Un sistema in cui gli operatori del settore continueranno a riconoscere interlocutori, priorità e forme di intervento già noti, accanto a obiettivi, processi e modalità d’azione nuovi e rinnovati.

Continueremo a tenervi aggiornati in merito alle prossime evoluzioni.