I programmi UE

Programmi comunitari: cosa sono e quali sono?

Lo scopo dei programmi comunitari è quello di dare attuazione alle politiche dell’Unione europea in varie aree tematiche, attraverso l’azione, in partnership, tra soggetti appartenenti a più Paesi dell’Unione (e anche a Paesi terzi).

I programmi comunitari sono normalmente definiti in termini di obiettivi, ammissibilità, tipo di interventi e allocazione dei fondi per un periodo di sette anni, in seguito ad un processo legislativo che coinvolge l’insieme delle istituzioni dell’Unione Europea. La definizione di un programma comunitario (e di conseguenza, la scelta delle proposte progettuali finanziabili) costituisce un atto politico dell’Unione europea. 

I programmi comunitari richiedono ai potenziali beneficiari uno sforzo in ottica transnazionale: è normalmente opportuno coinvolgere partner appartenenti a più Paesi, dimostrare che il progetto è in grado di produrre un impatto sull’insieme dell’Unione ed elaborare le proposte in una lingua veicolare (solitamente in inglese, lingua nella quale viene anche trasmessa la maggior parte delle informazioni ai partecipanti). Questa tipologia di progetti è dunque poco adatta a proposte che hanno una natura ed un impatto prevalentemente locali, per le quali si rimanda alle sezioni riguardanti i Fondi Strutturali.

I programmi comunitari hanno un’allocazione totale di più di 350 miliardi di euro per il periodo 2021-2027 e coprono una gamma estremamente ampia in termini di tematiche, di categorie di beneficiari e di modalità d’intervento. Vengono anche definiti “programmi tematici”, “programmi settoriali” o “fondi europei a gestione diretta”.

Forniamo qui di seguito un elenco sintetico dei principali programmi per il periodo 2021-2027.

Forniamo a parte, in un’apposita pagina, una lista che include maggiori dettagli e link sui singoli programmi.

  • Orizzonte Europa – 81.400 mld € (*) : Ricerca e innovazione.

  • Fondo InvestEU – 8.400 mld € (*) : prestiti, garanzie e altri strumenti.

  • Meccanismo per collegare l’Europa – 18.396 mld € :  infrastrutture transfrontaliere.

     

  • Programma Europa digitale – 6.761 mld € : trasformazione digitale dei servizi.

     

  • Programma per il mercato unico – 3.735 mld € : PMI, imprese e mercati.

     

  • Programma europeo anti-frode – 161 mld € : lotta alle frodi.

     

  • Cooperazione in ambito fiscale (FISCALIS) – 239 mld € : collaborazione in ambito fiscale.

     

  • Cooperazione in ambito doganale (CUSTOMS) – 843 mld € : collaborazione in ambito doganale.

     

  • Programma spaziale europeo – 13.202 mld € : industria spaziale (Galileo, Copernicus, ecc.).

     

  • Assistenza alla ripresa per la coesione e i territori d’Europa (REACT-EU)  – 47.500 mld € (*) : misure di contrasto alla crisi da Coronavirus.

     

  • Strumento di supporto tecnico – 767 mld € : sostegno a Stati membri per riforme istituzionali.

     

  • Meccanismo unionale di protezione civile (rescEU) – 3.006 mld € (*) : prevenzione e risposta alle catastrofi.

     

  • EU4Health – 2.170 mld € : rafforzamento dei sistemi sanitari.

     

  • Erasmus+ – 21.708 mld € : studio, tirocini, scambi di giovani, insegnamento, formazione e sport.

     

  • Corpo europeo di solidarietà – 895 mld € : attività di solidarietà per giovani.

     

  • Europa creativa – 1.642 mld € :  cultura, espressione artistica, audiovisivo e media.

     

  • Diritti e valori – 642 mld € :  cittadinanza attiva e promozione di diritti e uguaglianza.

     

  • Giustizia – 305 mld € : cooperazione in materie giudiziarie e accesso alla giustizia.

     

  • Programma per l’ambiente e l’azione per il clima (LIFE) – 4.812 mld € : risposta alle sfide in campo ambientale e climatico.

     

  • Fondo per una transizione giusta – 17.500 mld € (*) : alleviamento dei costi della transizione verso un’economia “verde”.

     

  • Fondo asilo e migrazione – 8.705 mld € : asilo, migrazione, integrazione e rimpatri.

     

  • Fondo per la gestione integrata delle frontiere – 5.505 mld € : gestione comune delle frontiere esterne dell’UE.

     

  • Fondo per la sicurezza interna – 1.705 mld € : lotta a terrorismo, radicalizzazione e criminalità.

     

  • Fondo europeo per la difesa – 7.014 mld € : sviluppo d capacità comuni di difesa.

     

  • Strumento di vicinato, cooperazione allo sviluppo e cooperazione internazionale – 70.800 mld € : sostegno per lo sviluppo e il dialogo con i paesi partner dell’UE.

     

  • Aiuto umanitario – 10.260 mld € : soccorso a comunità colpite emergenze e catastrofi.

     

  • Politica estera e di sicurezza comune (PESC) – 2.375 mld € : politica estera, sicurezza e pace.

     

  • Paesi e territori d’oltremare – 444 mld € : legami tra l’UE e i 13 paesi e territori d’oltremare.

     

  • Assistenza preadesione – 12.565 mld € : accompagnamento dei paesi candidati all’adesione all’UE.

I programmi elencati sono illustrati nel dettaglio nel capitolo 4. Come spiegato nel capitolo 3, la scelta del programma più adatto alla propria idea progettuale deve tenere presente non soltanto l’ambito tematico di riferimento, ma anche la tipologia di azione che si intende proporre, la natura dei soggetti proponenti, le caratteristiche e l’ammontare del finanziamento, la tempistica di pubblicazione dei bandi e le modalità di esecuzione del progetto.

Programmi comunitari: chi li gestisce e come informarsi?

Nonostante questi programmi siano definiti “a gestione diretta”, molti attori (alcuni dei quali distinti dalla Commissione europea) hanno in ruolo importante nella gestione dei programmi comunitari. Tutti questi attori rappresentano possibili interlocutori e fonti di informazione per la partecipazione a un progetto.

I link specifici alle istituzioni e alle pagine web di riferimento di ogni singolo programma comunitario sono riportati nelle schede specifiche (capitolo 4) e nell’apposito prospetto ricapitolativo.

  • Innanzitutto, le Direzioni Generali della Commissione europea (DG) hanno un ruolo-chiave nella gestione di tutti i programmi comunitari, in quanto costituiscono le unità organizzative in cui è strutturata la Commissione stessa per lo sviluppo e l’attuazione delle politiche europee nei vari  ambiti tematici. Direzioni Generali con competenza su importanti programmi comunitari sono ad esempio DG RTD (ricerca e innovazione), DG CONNECT (reti e digitale), DG EMPL (occupazione, inclusione e affari sociali), DG GROW (imprese e mercato), DG EAC (istruzione, gioventù, sport e cultura), DG JUST (giustizia e consumatori), DG ENV (ambiente), DG CLIMA (azione per il clima), DG SANTE (salute e sicurezza alimentare) e DG INTPA (cooperazione e partenariati internazionali);
  • Le Agenzie dell’Unione europea sono entità distinte dalle istituzioni europee, istituite per eseguire compiti specifici in determinati ambiti. Le agenzie coinvolte nella gestione dei programmi comunitari sono denominate Agenzie esecutive e si occupano della pubblicazione dei bandi, della selezione delle proposte, del monitoraggio delle relative attività e dell’informazione ai beneficiari. Agenzie esecutive con competenza su importanti programmi comunitari sono ad esempio l’EACEA (educazione, gioventù, cittadinanza attiva e cultura), l’EISMEA (piccole e medie imprese e innovazione), la HADEA (salute e digitale), la REA (ricerca e innovazione) e la CINEA (clima, infrastrutture e ambiente);

     

  • Le Agenzie e i Punti di Contatto Nazionali sono nominati dalla Commissione europea e dai governi nazionali per l’informazione ai cittadini, per l’assistenza ai potenziali partecipanti, per la raccolta / selezione delle proposte progettuali e/o per altri aspetti dell’esecuzione di alcuni programmi comunitari nei singoli Paesi. La presenza di un’Agenzia o di un Punto di Contatto Nazionale nell’ambito di un programma rende più semplici e più vicine ai partecipanti le procedure di partecipazione, anche dal punto di vista linguistico e della disponibilità di informazioni. Agenzie e punti di contatto nazionali con competenza su importanti programmi comunitari sono ad esempio INDIRE, ISFOL, INAPP e la rete Eurodesk (Erasmus+), l’Agenzia per i Giovani (Erasmus+ e Corpo europeo di solidarietà), APRE (Horizon Europe) e il Desk Europa Creativa (per l’omonimo programma);

     

  • Esistono istituzioni specificamente dedicate all’informazione e al supporto di carattere generale sulle politiche e sulle iniziative dell’Unione europea, come ad esempio la rete Europe Direct (presente capillarmente in molte città italiane attraverso centri di informazione e centri di documentazione), la rete Enterprise Europe Network (dedicata specificamente alle necessità delle piccole e medie imprese) e il servizio You Europe della Commissione europea, che fornisce una guida sui temi più importanti per cittadini e imprese. Ricordiamo inoltre la possibilità di raccogliere informazioni sui diversi programmi comunitari attraverso i social network istituzionali delle diverse Direzioni, Agenzie e Programmi, nonché le pagine di accesso ai bandi europei per tipologia di beneficiari e per settore tematico;
  • Infine, i siti web dei principali programmi comunitari sono molto ricchi e articolati e presentano (oltre all’informazione essenziale) strumenti complementari utili a chi intende presentare una proposta, come ad esempio la lista dei bandi in uscita e dei bandi già pubblicati, le news e gli eventi di informazione specificamente dedicati ai potenziali beneficiari del programma e i risultati delle selezioni dei bandi già valutati. In alcuni gli strumenti sono integrati da veri e propri database di progetti e di partner, utili ai potenziali partecipanti per individuare nuove idee e stabilire nuovi contatti. Le liste sono corredate da filtri e strumenti di ricerca per facilitare il reperimento del materiale desiderato. Per molti programmi europei, la ricerca dei bandi è stata centralizzata in uno strumento unico, il portale Funding & tender opportunities.

Programmi comunitari: sono “troppo difficili”?

L’abbondanza delle fonti di riferimento rende relativamente semplice informarsi su un programma comunitario o su un suo bando, quantomeno per capire se esso è o no alla propria portata.

Infatti, i programmi comunitari vengono spesso considerati la categoria “più difficile” di progetti europei, poiché richiedono normalmente una formulazione in lingua inglese, la costituzione di un partenariato transnazionale e una certa dose di innovatività nella proposta; condizioni necessarie a generare un impatto apprezzabile a livello europeo.

Ma non bisogna dimenticare che la complessità dei programmi comunitari è commisurata alle capacità degli attori cui si rivolgono: la complessità di un bando rivolto alle “eccellenze” europee nell’ambito della ricerca non è comparabile alla complessità di un bando rivolto a giovani, studenti, insegnanti e animatori.

È dunque opportuno non sottostimare l’impegno richiesto da questo tipo di bandi, ma neanche escluderli dal novero delle opzioni possibili per finanziare il proprio progetto. In alcuni casi un programma comunitario può essere, in effetti, la scelta giusta per accompagnare l’attività anche di una piccola organizzazione, di un gruppo di giovani o di una piccola impresa. Esistono infatti bandi comunitari aperti e pensati per queste categorie di beneficiari (inclusi talora singoli individui o gruppi non giuridicamente costituiti).

Le fonti di informazione, i punti di contatto nazionali (dove disponibili) e i documenti di riferimento (regolamenti, programmi di lavoro, bandi, guide per i proponenti e siti web) dovrebbero fornire gli elementi sufficienti a chiarire se il finanziamento è o non è alla propria portata e se l’impegno richiesto è commisurato a tempo e risorse che vi si possono dedicare. Ad esempio, la descrizione dei beneficiari e delle azioni ammissibili, sempre contenuta in questi documenti, permette di stabilire in prima istanza il grado di corrispondenza con l’“identikit” della propria organizzazione.

In caso di dubbi, esiste la possibilità di associarsi come partner a realtà che già hanno affrontato questo percorso. Infatti, soprattutto nell’ambito dei programmi europei più complessi, è preferibile avviare la propria esperienza come partner che come capifila: condizione che permette di commisurare maggiormente il proprio impegno alla propria disponibilità e che espone meno direttamente alle difficoltà gestionali di un bando e di un progetto.

Per poter fare questo, è fondamentale restare in contatto con altri attori del settore ed estendere continuamente la propria rete di conoscenze in Italia e in Europa. Per questo, la nostra Guida dedica da sempre una certa attenzione al tema della ricerca dei partner.

Programmi comunitari: alcuni principi-chiave.

È impossibile analizzare tutti i concetti-chiave applicabili all’ambito dei progetti europei. Una trattazione più completa dei principi di natura tecnica è fornita nell’ambito del capitolo 3.

Ripercorriamo qui di seguito alcuni dei principali principi di natura generale e gestionale:

  • Il partenariato. Come già ricordato, nei programmi comunitari l’ampiezza e la transnazionalità del partenariato sono elementi costitutivi del “valore aggiunto europeo”, ovvero della capacità del progetto di produrre gli effetti e gli impatti desiderati su più Paesi e sull’insieme dell’Unione. È normalmente esclusa dai programmi comunitari la presentazione di progetti di natura puramente nazionale, regionale o locale (più facilmente finanziabili attraverso i fondi strutturali, descritti nella sezione seguente). La proposta deve dimostrare che, con la partecipazione ed il finanziamento attraverso i programmi comunitari, l’azione porta benefici sostanzialmente diversi da quelli ottenibili con fondi propri oppure mediante l’utilizzo di altre fonti di finanziamento (nazionali, locali, private, ecc.).

     

    Altri criteri importanti di validità tecnica (che approfondiamo più avanti) sono l’innovatività della proposta, la sua replicabilità in contesti e Paesi diversi, i suoi benefici su ambiti collaterali e la sua sostenibilità, ovvero la sua capacità di produrre benefici aldilà della durata del progetto stesso.

     

    I soggetti partecipanti al partenariato devono avere una chiara ripartizione dei ruoli e delle responsabilità. In particolare, deve essere definito un capofila (o leader), che è l’organizzazione responsabile del progetto, portavoce e coordinatore di tutti gli altri soggetti, definiti partner. Questi ultimi devono avere una natura e un’esperienza tali da apportare un valore aggiunto alla formulazione della proposta e alla sua successiva esecuzione.

     

  • Il cofinanziamento. I programmi comunitari rispondono a vincoli specifici dal punto di vista dell’erogazione finanziaria. La sovvenzione ricevuta per l’esecuzione di un progetto nell’ambito di un programma comunitario è sempre (o quasi) un cofinanziamento, ovvero non copre la totalità dei costi, ma una quota approssimativamente compresa tra il 50% e il 70-80% delle spese ammissibili.

     

    La quota di cofinanziamento, indicata nel bando e nei documenti correlati per ognuna delle azioni previste, viene espressa sia in percentuale sia in valore assoluto (importo massimo e minimo della sovvenzione). È impossibile, data l’ampia variabilità dei programmi e dei bandi, fornire un ammontare indicativo (medio, minimo o massimo) dei contributi erogati.

    I contributi sono erogati a fondo perduto (ovvero, non vanno restituiti: si tratta infatti di sovvenzioni e non di prestiti agevolati). La parte non finanziata dal contributo comunitario può essere coperta da risorse proprie del beneficiario oppure da altre forme di finanziamento: fondi nazionali o regionali, sponsorizzazioni, donazioni e finanziamenti privati, finanziamenti bancari, crowdfunding e altre modalità legate al tipo di progetto (ad esempio, ricavi previsti dallo svolgimento delle attività stesse). Tra le risorse messe a disposizione del beneficiario possono in genere essere annoverati i contributi “in natura”, ovvero l’opera svolta da personale retribuito o l’utilizzo di locali e attrezzature.

     

  • La spesa ammissibile. Non tutti i costi e tutte le spese sostenuti per l’esecuzione delle attività di progetto possono essere coperti dal cofinanziamento comunitario. Normalmente i bandi e i documenti correlati definiscono le categorie di spese ammissibili cui è necessario attenersi. Esse si riferiscono in genere a quanto necessario per lo svolgimento di una specifica attività (in termini di personale, viaggi, organizzazione di eventi, produzione di studi, ricerche e altri output, ecc.). È molto raro che le spese ammissibili includano l’acquisto di beni materiali durevoli. Nella formulazione della proposta e in fase di esecuzione è necessario fornire adeguata prova e rendicontare sia i contributi apportati dal beneficiario e dalle fonti di finanziamento terze, sia i costi sostenuti per le attività di progetto a fronte dei quali è richiesta la sovvenzione;

     

  • La rendicontazione. Il rispetto di tutti questi criteri è necessario all’erogazione del finanziamento e viene reso possibile da un’attività di gestione del progetto specificamente dedicata, la rendicontazione. Oltre al rispetto delle percentuali massime e alla corrispondenza con specifiche categorie, la rendicontazione deve assicurare altre importanti condizioni:

     

    • La realtà e l’efficienza della spesa: ovvero deve riferirsi a costi di entità ragionevole, previsti a budget ed effettivamente sostenuti dal beneficiario per la realizzazione di un’azione necessaria al progetto;

       

    • Il divieto di cumulo e di retroattività: ovvero non è possibile finanziare in contemporanea la stessa voce di spesa attraverso la partecipazione a progetti diversi né finanziare attività realizzate prima dell’avvio ufficiale del progetto;

       

    • La trasparenza e la tracciabilità della spesa: ovvero i costi devono essere correttamente registrati nella contabilità del beneficiario e comprovati da tutti i documenti del caso, quali fatture, ricevute, prove di pagamento, ecc.;

       

    • l’assenza di profitto: ovvero le sovvenzioni, unite alle fonti esterne messe a disposizione del beneficiario, devono coprire i costi per la realizzazione delle attività di progetto senza generare forme di surplus.

Programmi comunitari: le fonti di riferimento.

Le informazioni fornite sui programmi comunitari possono essere varie ed assumere diverse forme. Tuttavia, alcune fonti sono particolarmente tipiche e importanti. Analizziamo qui sotto le principali, sapendo che alcune (soprattutto le più specifiche) potrebbero non applicarsi a tutti i programmi, o assumere forme leggermente diverse.

Per quanto non esaustiva, una categorizzazione delle principali fonti di rifermento è molto importante per orientarsi tra le informazioni disponibili e per riconoscere la collocazione e lo scopo del documento che si sta analizzando.

  • Il Regolamento è il documento che fornisce la base giuridica e strategica per la realizzazione del programma per tutta la sua durata (che normalmente corrisponde al periodo di sette anni della programmazione generale, 2021-2027 in questo caso). Contiene le informazioni fondamentali, tra cui ad esempio:

    • La definizione del programma, i principali elementi che hanno portato alla sua costituzione, i suoi obiettivi generali e specifici e la sua struttura (sotto-programmi, componenti, ecc.);

    • Le priorità, le misure e le tipologie di azioni finanziate del programma (o da ciascun sotto-programma);

    • I principali criteri di ammissibilità (paesi e principali categorie di beneficiari ammissibili);

    • Le principali informazioni in merito alla gestione del programma (Agenzie esecutive, desk nazionali, ecc.);

    • La definizione della periodicità e dei principali contenuti dei programmi di lavoro che verranno pubblicati per l’esecuzione del programma;

    • L’allocazione finanziaria totale del programma e l’allocazione delle risorse tra i suoi sotto-programmi o le sue componenti.

  • Il Programma di lavoro è un documento che, con cadenza annuale, biennale o pluriennale, pianifica l’uscita dei bandi in termini di tempistica, tematica e dotazione finanziaria. Contiene dunque informazioni indicative, ma molto utili a pianificare il lavoro di chi si occupa di europrogettazione:

    • La lista delle azioni che verranno finanziate nel corso del periodo di riferimento;

    • I criteri generali di ammissibilità e di valutazione;

    • L’allocazione finanziaria per ogni anno;

    • La lista dettagliata dei bandi che verranno pubblicati nel periodo di riferimento con le principali informazioni per ogni bando (priorità, obiettivi e risultati attesi, numero atteso di interventi finanziati, attività finanziate, soggetti e attività ammissibili, criteri di valutazione specifici, periodo previsto di pubblicazione del bando, allocazione finanziaria e quota di cofinanziamento);

  • Il bando è infine il testo di riferimento vero e proprio per la presentazione di una proposta progettuale. Contiene l’indicazione effettiva, definitiva ed ufficiale del necessario per la partecipazione ad uno specifico progetto (requisiti per la partecipazione, azioni finanziabili, criteri di valutazione, dotazione finanziaria, tempistiche e modalità di presentazione delle proposte, riferimenti per ottenere ulteriori informazioni). Si accompagna ad altri documenti fondamentali, relativi al bando specifico o all’intero programma o componente, periodicamente aggiornati:

    • Le linee-guida, definiscono con maggior dettaglio le priorità e le tipologie di progetti attese, le tempistiche per la presentazione, l’aggiudicazione e l’avvio dei progetti, attività e soggetti ammissibili, condizioni di esclusione e documenti di supporto da fornire, criteri di selezione, modalità di finanziamento e altre indicazioni accessorie;

    • Le guide per i proponenti, spesso organizzate in un documento riassuntivo con indicazioni di carattere pratico e amministrativo per la presentazione della proposta e in un secondo documento più dettagliato, comprensivo di indicazioni per la presentazione della proposta e il suo caricamento attraverso il portale online;

    • I formulari, che possono essere differenziati per tipo di azione e per tipo di beneficiario e che includono il necessario (elementi richiesti e format) per la descrizione della proposta progettuale, per la definizione di un budget della proposta e per la conformità formale della proposta stessa (dichiarazioni, informazioni e documentazione);

    • Normalmente, nei tempi convenuti a partire dalla scadenza del bando, è possibile consultarne i risultati (lista dei progetti finanziati, ammontare dei finanziamenti e altri dettagli rilevanti).

Una visione strategica globale.

Poiché i programmi europei sono un mezzo per realizzare gli obiettivi delle istituzioni comunitarie, è opportuno mantenere una certa consapevolezza del quadro generale in cui il proprio bando si inserisce: seguire il dibattito in corso nel proprio settore (e non solo) permette di focalizzare la propria proposta sugli aspetti più sentiti, aumentandone la rilevanza e le possibilità di successo.

Le modalità di aggiornamento, le relative fonti e la profondità dell’analisi cambiano a seconda dell’ambito tematico in cui si interviene, tuttavia è possibile identificare alcune fonti e alcuni spunti interessanti per tutti i settori.