Economia sociale e progettazione europea: l’esperienza, gli strumenti e la community di esperti dell’Hub Progetti Europei di Torino Social Impact

Economia sociale: due o tre cose che sappiamo di lei

Innanzitutto, che cos’è l’economia sociale? Non esiste una definizione univoca, anche se molti organismi, inclusa l’Unione europea, hanno tentato di definirla tramite un insieme di principi comuni. Con la Guida, abbiamo parlato di economia sociale sotto diversi punti di vista, e in un precedente approfondimento abbiamo provato a darne una definizione, oltre a segnalare alcune guide e strumenti disponibili sulla finanza sociale e sui processi di innovazione sociale.

Torniamo su questo argomento, ripartendo dalla formulazione proposta dall’Unione europea: “l’economia sociale comprende una varietà di imprese, organizzazioni e diverse entità giuridiche” che “condividono l’obiettivo di mettere sistematicamente al primo posto le persone, producendo un impatto positivo sulle comunità locali e perseguendo una causa sociale”.

Per generare un impatto positivo, i modelli di economia sociale:

La definizione di economia sociale fornita dall’Organizzazione Internazionale del Lavoro, ci ricorda anche che gli enti che applicano modelli di economia sociale “aspirano alla redditività e alla sostenibilità a lungo termine, nonché alla transizione dall’economia informale a quella formale, e operano in tutti i settori dell’economia”.

Volendo riformulare il concetto di economia sociale con parole nostre, possiamo dire che si distingue da altri modelli per tre caratteristiche principali:

Sul piano delle politiche globali, l’economia sociale è sempre più riconosciuta come uno strumento fondamentale per il raggiungimento degli Obiettivi di sviluppo sostenibile, come dimostra la risoluzione delle Nazioni Unite adottata nel 2023.

Come si traduce tutto questo in Europa, e più specificamente nell’ambito dei progetti europei?

L’economia sociale in Europa

L’Unione europea riconosce l’importanza dell’economia sociale come motore di sviluppo, tanto da inserirla tra i 14 ecosistemi industriali individuati nell’ultimo aggiornamento della strategia industriale dell’UE. Un grande passo in avanti è stata la pubblicazione, nel 2021, del Piano d’Azione per l’Economia Sociale dell’UE (ne abbiamo parlato qui), che individua una serie di azioni (normativa, politiche, strumenti di promozione e sostegno, accesso ai finanziamenti) per rafforzare il contributo dell’economia sociale alla competitività economica, al “pilastro sociale” e alla transizione verde e digitale dell’Unione europea.

Nell’ambito di questo piano è stata pubblicata nel 2024 un’analisi dei risultati socioeconomici dell’economia sociale nell’Unione europea. Lo studio conferma il peso crescente dell’economia sociale, un settore che in UE conta più di 4,3 milioni di organizzazioni, che impiegano più di 11,5 milioni di persone e con un fatturato di più di 912 miliardi di euro. Sui 27 stati membri, l’Italia si colloca al quarto posto per numero di organizzazioni dell’economia sociale, e al terzo posto se si considera il numero di imprese sociali.

Il Piano d’Azione del 2021 prevede anche un impegno dell’UE nel sostenere lo sviluppo delle capacità dei soggetti dell’economia sociale e nel migliorare l’accesso ai finanziamenti.

I finanziamenti europei per l’economia sociale

Esistono numerosi programmi europei utili a finanziare l’economia sociale nei suoi svariati settori di attività: programmi differenti, accomunati dall’importanza data alla dimensione sociale e alla sostenibilità. Proponiamo di seguito un elenco aggiornato rispetto alla nostra lista pubblicata nel 2021, escludendo i meccanismi di finanziamento, come InvestEU, e i programmi di incubazione. Le opportunità in questi ambiti sono pubblicate periodicamente sul nostro portale bandi.

Dopo questo excursus vediamo insieme come, concretamente, si può lavorare nella progettazione europea per l’economia sociale, attraverso l’esperienza di Torino Social Impact.

Torino Social Impact: l’economia sociale sul territorio, con uno sguardo all’Europa

Torino Social Impact è un’esperienza pilota in Italia nel campo dell’economia sociale, che unisce una forte radice territoriale a una prospettiva europea e internazionale.

L’origine di Torino Social Impact affonda le radici nella Camera di Commercio di Torino, che già nel 2005 aveva dato vita all’Osservatorio sull’Economia Civile, un’iniziativa pionieristica in Italia. Dieci anni più tardi, la creazione del Comitato per l’Imprenditorialità Sociale – organismo di indirizzo e analisi sulle dinamiche del Terzo Settore – ha posto le basi per la nascita di Torino Social Impact, poi concretizzatasi come piattaforma aperta e collaborativa.

Oggi Torino Social Impact è un ecosistema di oltre 400 partner tra imprese, enti pubblici, istituzioni finanziarie, università, fondazioni e organizzazioni del Terzo Settore. La sua missione è rendere Torino uno dei territori europei più avanzati per l’impresa sociale e gli investimenti a impatto, agendo come catalizzatore di idee, esperienze e risorse per promuovere modelli imprenditoriali sostenibili e orientati al bene comune.

Le attività della rete si articolano attorno ad alcuni ambiti principali: la promozione della digitalizzazione del terzo settore e la sperimentazione di nuove tecnologie per l’impatto sociale; il procurement sociale e la finanza d’impatto, dove troviamo progetti come la Borsa dell’impatto sociale o la sperimentazione di un outcome fund associato al tema dei Neet; la misurazione dell’impatto sociale; la promozione delle Comunità di pratica.

Nel corso degli anni Torino Social Impact è diventato un punto di riferimento a livello europeo ed internazionale. È stato coinvolto attivamente nel processo di definizione del Piano d’Azione per l’Economia Sociale dell’UE, è ufficialmente riconosciuto come cluster europeo della proximity and solidarity economy e partecipa con continuità alla Conferenza Europea sull’Economia Sociale, e a numerosi eventi e progetti internazionali. Ha ospitato a Torino i più importanti forum internazionali dedicati alla social economy e alla finanza di impatto e mantiene un ampio network relazionale con altri territori e organizzazioni, mettendolo a disposizione di tutto l’ecosistema.

È membro di importanti reti come REVES (Réseau Européen des Villes et Régions pour l’Économie Sociale et Solidaire) e DIESIS (Developing European Initiatives for a Social and Solidarity Economy), Impact Europe, Social Impact Agenda – GSG Italy NAB e Social Value.

Proprio da questa prospettiva internazionale è nata l’idea di creare l’Hub Progetti Europei per l’Economia Sociale, uno strumento concreto per rafforzare la capacità delle organizzazioni partner di accedere ai finanziamenti dell’Unione Europea.

L’Hub Progetti Europei per l’Economia Sociale e il “roster” di progettisti europei

L’Hub Progetti Europei per l’Economia Sociale di Torino Social Impact vuole essere un punto di riferimento sulla progettazione europea per chi fa economia sociale a Torino. Lanciato nel 2023, l’Hub è gestito in collaborazione con Weco impresa sociale, ed è sostenuto dalla Camera di commercio di Torino e dalla Fondazione Compagnia di San Paolo.

L’idea dell’Hub è nata in un contesto di policy europea ed internazionale di promozione dell’economia sociale: il suddetto Piano d’Azione per l’Economia Sociale dell’UE, la più recente Risoluzione dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite “Promuovere l’economia sociale e solidale per lo sviluppo sostenibile” e la Raccomandazione del Consiglio dell’UE sullo sviluppo delle condizioni-quadro per lo sviluppo dell’economia sociale, che sottolinea l’importanza della dimensione locale e territoriale dell’economia sociale per favorire l’accesso ai fondi e realizzare un impatto sociale.

Anche a livello nazionale e locale lo scenario è coerente: il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha recentemente dato il via alla consultazione pubblica sul nuovo Piano d’azione nazionale per l’economia sociale, mentre a livello locale è nato il Piano metropolitano per l’economia sociale Torino 2030, uno dei primi realizzati da una città italiana.

L’Hub nasce per rafforzare le competenze sulla progettazione europea e per favorire la partecipazione delle organizzazioni dell’ecosistema torinese ai programmi e ai bandi dell’Unione Europea. In questo modo, contribuisce a costruire un vero e proprio laboratorio di buone pratiche per la progettazione europea sull’economia sociale.

Le attività dell’Hub si fondano su un approccio di capacity building e peer learning: attraverso workshop partecipativi, i partner esperti condividono conoscenze e strumenti pratici legati a specifici programmi e call europee. Gli incontri vengono organizzati in concomitanza con l’apertura dei bandi di maggiore interesse, per stimolare la co-progettazione di idee concrete e il networking. I workshop hanno già riguardato diversi programmi, tra cui Erasmus+, Horizon Europe, CERV, AMIF e Alcotra. Alcune delle idee nate durante questi momenti di confronto vengono poi accompagnate in un percorso di mentorship, guidato da esperti con l’obiettivo non solo di presentare un progetto competitivo, ma anche di rendere le organizzazioni più autonome e competenti nelle future candidature.

Ad oggi, l’Hub ha supportato la preparazione di 43 progetti, di cui 12 già approvati, coinvolgendo oltre 100 organizzazioni della rete e più di 30 professionisti ed esperti.

L’ultima iniziativa promossa dall’Hub è la creazione della community, o “roster”, di europrogettisti, uno strumento pensato per agevolare i partner di Torino Social Impact nella fase di candidatura ai bandi europei successiva ai workshop.

Il roster, pubblicato sul sito di Torino Social Impact, è il risultato di una call for interest lanciata nel luglio 2025 e raccoglie oggi 63 esperti attivi come freelance o all’interno di enti e società specializzate. Si tratta di un elenco dinamico, che verrà progressivamente ampliato e aggiornato attraverso strumenti di feedback e monitoraggio. Gli esperti del roster sono presentati su questa pagina.

I partner di TSI potranno accedere al roster selezionando la figura professionale più adatta per il proprio percorso di accompagnamento. Quest’ultimo non si limita alla scrittura del progetto o alla ricerca di fondi, ma mira a rafforzare le capacità di progettazione delle organizzazioni, creando valore nel lungo periodo.

Pur essendo pensato principalmente per i partner della rete TSI, il roster è aperto e consultabile da chiunque desideri un supporto qualificato nella presentazione di progetti europei dedicati all’economia sociale.

L’esperienza di Torino Social Impact: perché i progetti europei per l’economia sociale

Irene Maddio-Rocco, responsabile dell’area progetti ed engagement di Torino Social Impact, ci racconta questa iniziativa e le motivazioni che hanno portato Torino Social Impact a interessarsi sempre di più alla progettazione europea.

Irene, perché occuparsi di economia sociale e perché farlo (anche) con i progetti europei?

L’economia sociale è il cuore del nostro lavoro: crediamo in un modello di sviluppo che tenga insieme competitività economica e benessere collettivo, che misuri il progresso non solo in termini di crescita, ma anche di qualità della vita e coesione sociale.

Il livello locale è la nostra base, ma la dimensione europea è ormai imprescindibile. L’Europa non è solo una fonte di finanziamento, ma un laboratorio di idee, pratiche e relazioni. I progetti europei permettono alle organizzazioni del nostro ecosistema di accedere a risorse, ma anche di confrontarsi con realtà di altri Paesi, imparando da esperienze diverse.

Spesso le organizzazioni guardano soprattutto al proprio territorio; i progetti europei aiutano ad alzare lo sguardo, a pensarsi dentro un contesto più ampio, fatto di sfide comuni e obiettivi condivisi. Un aspetto importante per noi è la dimensione di apprendimento collettivo: attraverso l’Hub, mettiamo in comune non solo i successi, ma anche gli errori, perché ogni esperienza – anche un progetto non approvato – diventa conoscenza utile per tutti. È così che si costruisce una comunità che cresce insieme.

Cosa hanno portato e cosa portano i progetti europei alla vostra attività?

I progetti europei hanno un effetto moltiplicatore sul nostro ecosistema: rafforzano le reti, sviluppano competenze, stimolano innovazione. Ci aiutano a posizionarci in Europa come una rete attiva, capace di contribuire ai grandi temi dell’economia sociale. Grazie a queste esperienze, possiamo portare sul territorio nuove competenze formative, utili alle organizzazioni che vogliono cimentarsi nella progettazione europea.

Torino Social Impact partecipa direttamente a diversi progetti, coerenti con il proprio piano strategico. Penso, per esempio, a PROSECO, dedicato a rafforzare il ruolo del procurement sociale nelle politiche pubbliche e nelle pratiche aziendali, o a DO IMPACT, che sostiene piccole e medie imprese e organizzazioni dell’economia sociale nell’adozione di soluzioni digitali e modelli data-driven.

La nostra presenza in molte reti e partenariati europei ci consente inoltre di facilitare connessioni tra i partner della rete torinese e altre realtà europee, aprendo nuove opportunità di collaborazione e co-progettazione.

Quali sono i vostri piani per il futuro?

Il nostro obiettivo è continuare a rafforzare la cultura della progettazione europea nell’ecosistema torinese e aumentare la capacità concreta delle organizzazioni di farlo in autonomia.

Il contesto europeo è in costante evoluzione, e questo ci ricorda quanto sia fondamentale mantenere vivo il dibattito, investire sulle competenze e consolidare alleanze strategiche per dare maggiore peso alle nostre posizioni. Gli ecosistemi locali rappresentano oggi un motore decisivo per sostenere il ruolo dell’economia sociale e promuovere uno sviluppo realmente sostenibile, soprattutto sul piano sociale.

Per l’Hub vogliamo lavorare su due fronti: da un lato, assicurare la sua sostenibilità nel tempo, rendendolo sempre più autonomo dal punto di vista delle risorse e della gestione; dall’altro, continuare a coltivare un ecosistema aperto, collaborativo e innovativo, capace di generare valore condiviso. Tutto questo in accordo con la nostra ambizione più ampia: fare di Torino un laboratorio europeo di progettazione per l’economia sociale, un modello da cui altri territori possano trarre ispirazione.