Erasmus+ è uno dei programmi più rappresentativi dello spirito europeo. Scopriamo cosa cambia e i prossimi passi verso la programmazione 2028-2034.
Questo articolo è realizzato in collaborazione con Europiamo, un’associazione nata e gestita dai giovani, per promuovere le opportunità offerte dall’Europa ai giovani. Articolo a cura di Federica Nestola.
Erasmus+: la storia e l’evoluzione
Nel 2018, un’indagine Eurobarometro ha indicato Erasmus+ come la quarta più grande conquista dell’UE, subito dopo la libertà di movimento, la pace e la moneta unica. Un riconoscimento che si riflette nella crescente partecipazione: nel 2024 il programma ha coinvolto 16,5 milioni di partecipanti, il doppio rispetto al 2014.
Con la proposta della Commissione Europea per il settennio 2028‑2034, Erasmus+ si trova a un bivio: il programma potrebbe assumere una nuova forma, ridefinendo priorità, strutture e opportunità per studenti, giovani e organizzazioni europee.
Ripercorriamo insieme le principali tappe della sua evoluzione.
- 1987: Erasmus nasce come programma di mobilità universitaria, per promuovere scambi culturali e formazione accademica. Alla sua prima edizione coinvolge appena 3.200 studenti.
- Anni ’90 e 2000: Erasmus amplia le sue attività per i giovani e sull’educazione non formale con iniziative come Youth in Action, creando una rete europea di opportunità oltre il contesto accademico.
- 2014: nasce Erasmus+, che integra istruzione, formazione, sport e gioventù sotto un unico programma di mobilità e cooperazione.
- 2016: viene istituito il Corpo Europeo di Solidarietà, che promuove progetti di volontariato transnazionale per rafforzare la partecipazione civica dei giovani.
- 2021: parte la nuova programmazione di Erasmus+, con un budget rafforzato e nuove priorità (inclusione, transizione digitale e verde). DiscoverEU, l’iniziativa per i diciottenni che viaggiano in Europa, viene integrata ufficialmente come azione parte del programma Erasmus+.
- 2022-2023: si rafforzano le azioni per la mobilità virtuale, il blended learning e i progetti di cooperazione innovativi, anche come risposta alle sfide post-pandemia.
- 2024-2025: cresce l’attenzione al riconoscimento delle competenze non formali e informali, facendo seguito a quanto realizzato nell’ambito dell’Anno Europeo delle Competenze e al report dedicato del network Eurydice.
Questa evoluzione consolida la dimensione internazionale del Programma e la prospettiva del lifelong learning, che ne fa un programma particolarmente versatile, aperto a tutto ciò che può essere ricondotto alle diverse forme di apprendimento. Erasmus+ è un programma non solo per studenti, ma anche per docenti, educatori, adulti, associazioni, università, scuole, centri di formazione, realtà del mondo del lavoro e dello sport.
Erasmus+: la nuova proposta della Commissione Europea
Il 16 luglio 2025 la Commissione europea ha presentato la proposta di regolamento per Erasmus+ 2028-2034, per cui è previsto un budget di 40,8 miliardi di euro (sui 2000 miliardi complessivi proposti per il settennato).
Rispetto ai 26,2 miliardi del periodo 2021-2027, si tratta di un incremento nominale significativo (+56%). Considerando l’impatto dell’inflazione e l’integrazione del Corpo Europeo di Solidarietà all’interno di Erasmus+, l’aumento reale è molto più contenuto (+15%).
La Proposta di regolamento del Parlamento Europeo e del Consiglio che istituisce il programma Erasmus+ per il periodo 2028-2034 propone una riorganizzazione del programma basata su due grandi pilastri:
- Opportunità di apprendimento per tutti – che comprende la mobilità e gli scambi a livello individuale e collettivo (l’attuale KA1) in tutti i settori (istruzione, formazione, gioventù, sport);
- Sostegno allo sviluppo delle capacità – che integra i progetti di cooperazione, le reti, le alleanze e le attività di policy a livello locale, nazionale ed europeo (le attuali KA 2 e KA3), in tutti i settori (istruzione, formazione, gioventù, sport).
Tra i cambiamenti più significativi vi è l’integrazione in Erasmus+ del Corpo Europeo di Solidarietà, il programma europeo che promuove solidarietà e volontariato tra i giovani. Rimangono ancora da definire le modalità con cui il Corpo Europeo di Solidarietà continuerà a esistere nell’ambito di Erasmus+. Verosimilmente diventerà parte del pilastro della mobilità di apprendimento di Erasmus+, ma c’è il rischio che l’autonomia, la visibilità e le risorse dedicate alle attività di volontariato vengano ridotte, dovendo competere per risorse e attenzione con le altre iniziative del nuovo Erasmus+.
L’inclusione e la semplificazione vengono confermati come punti di riferimento del nuovo programma Erasmus+. La proposta di regolamento prevede misure per favorire la partecipazione di giovani con minori opportunità, supporto finanziario, alloggi accessibili e piani nazionali di inclusione.
La proposta di programma Erasmus+ per il 2028-2034 è stata giudicata poco ambiziosa e poco adeguata alle sfide cui deve rispondere. Mario Draghi, nella sua relazione sul Futuro della Competitività Europea (settembre 2024), ha incluso Erasmus+ tra i programmi strategici da potenziare, sottolineando che “l’Unione Europea dovrebbe quintuplicare le risorse destinate a Erasmus+” per affrontare le sfide emergenti e promuovere lo sviluppo delle competenze tra i giovani.
Il Parlamento Europeo aveva già espresso, in diverse risoluzioni, l’esigenza di un aumento significativo del budget per rispondere alla crescente domanda di mobilità e formazione. Pur segnando un incremento rispetto al settennio precedente, alcune Commissioni Parlamentari si sono espresse con contrarietà alla proposta, definendola inadeguata a rispondere alle sfide strategiche dell’Unione Europea.
Erasmus+: le richieste della società civile
Le organizzazioni della società civile europea maggiormente coinvolte nelle attività di advocacy del programma Erasmus+ sono rappresentate dalla Erasmus+ Coalition, una rete che riunisce 81 organizzazioni e rappresenta oltre 6.200 membri tra scuole, università, enti locali, ONG e reti nazionali e internazionali. La rete è coordinata dalla Lifelong Learning Platform, che riunisce oltre 40 organizzazioni europee attive nel settore dell’istruzione e della formazione, e dallo European Youth Forum, che riunisce più di 100 organizzazioni giovanili europee, governative e non governative.
La Erasmus+ Coalition ha richiesto un sostanziale aumento del budget (di cinque volte, in linea con quanto proposto dal Rapporto Draghi), per garantire che Erasmus+ possa rispondere alle crescenti esigenze dei giovani e delle organizzazioni della società civile. Ha inoltre formulato altre richieste, che si possono riassumere in cinque punti:
- Un Erasmus+ accessibile a tutte e tutti, per garantire pari opportunità di partecipazione, riducendo le barriere economiche, geografiche e sociali;
- Un Erasmus+ che rafforzi democrazia e coesione, promuovendo la cittadinanza attiva, l’inclusione sociale e la partecipazione dei giovani alla vita pubblica europea;
- Un Erasmus+ che guidi l’innovazione e la crescita, sostenendo lo sviluppo di competenze chiave e l’inserimento nel mercato del lavoro, pur mantenendo un’attenzione alla dimensione educativa e formativa;
- Un Erasmus+ connesso ad altri strumenti europei, per favorire sinergie con altri programmi dell’UE, potenziando gli impatti trasversali e un uso integrato delle risorse;
- Un Erasmus+ che sostenga chi moltiplica l’impatto, garantendo finanziamenti strutturali e continui alle organizzazioni giovanili e locali, per rafforzare le capacità progettuali e la sostenibilità dei progetti.
La Erasmus+ Coalition ha inoltre sottolineato la necessità di mantenere quote vincolate per le attività giovanili, per evitare che le risorse vengano assorbite dall’istruzione superiore e universitaria (che già nell’attuale programmazione rappresenta il 70% del budget) a scapito di altre priorità. In mancanza di questi vincoli, le organizzazioni giovanili rischiano di patire la competizione con istituzioni più strutturate, con possibili effetti negativi sulla partecipazione civica e sul volontariato locale.
Viene infine richiesto che Erasmus+, oltre a finanziare attività per i suoi beneficiari, sostenga le organizzazioni che danno vita a Erasmus+ sul territorio. Il raggiungimento degli obiettivi dell’Unione europea richiede infatti un ecosistema solido di organizzazioni e istituzioni che, a livello europeo, nazionale e locale, rendano possibili i percorsi di apprendimento e partecipazione. Perché questo accada, servono spazi che facilitino l’accesso alle opportunità offerte da Erasmus+ e organizzazioni capaci di farle conoscere e vivere sul territorio. Le organizzazioni della società civile, nella loro diversità, giocano un ruolo fondamentale: rappresentano la pluralità dei destinatari del programma e possiedono competenze chiave per garantirne un’attuazione efficace e inclusiva. In Italia, Europiamo ha fondato la sezione italiana della Erasmus+ Coalition, per raccogliere le richieste e le posizioni della società civile italiana sul futuro del programma e portare Erasmus+ al centro delle agende politiche e sociali locali, nazionali ed europee.
Erasmus+: i prossimi passi e gli scenari futuri
La proposta della Commissione rappresenta solo il punto di partenza di un percorso legislativo articolato (illustrato qui). Erasmus+ è parte integrante del Quadro Finanziario Pluriennale (QFP) 2028-2034, e la decisione finale sulle risorse disponibili richiede l’unanimità tra gli Stati membri in Consiglio. Parallelamente, il regolamento del programma (struttura, priorità e criteri di finanziamento) deve essere discusso e approvato attraverso la procedura di co-decisione tra Parlamento e Consiglio.
Durante questo iter potranno essere introdotti emendamenti su diversi aspetti, tra cui l’architettura del programma, l’allocazione delle risorse e i meccanismi di inclusione, in risposta alle osservazioni della società civile e alle posizioni degli Stati membri. L’obiettivo politico resta quello di chiudere l’accordo entro la fine del 2027, assicurando una transizione senza interruzioni tra il settennio in corso e quello successivo.
Le principali tappe previste sono:
- Ottobre-dicembre 2025: elaborazione delle posizioni nazionali nel Consiglio e primi negoziati con il Parlamento;
- 2026-2027: fasi decisive di trilogo e aggiustamenti tecnici per l’approvazione finale del budget, con un processo negoziale stimato tra 18 e 24 mesi;
- Entro dicembre 2027: obiettivo di approvazione definitiva, per consentire l’attivazione operativa dei nuovi programmi a partire dal 1° gennaio 2028.
Il futuro di Erasmus+ è strettamente legato al contesto più ampio in cui si inserisce. L’Europa sta ripensando il proprio modello politico, sociale, ambientale ed economico: la resilienza democratica dell’Unione, la capacità di rispondere alle crisi e la competitività globale dipendono dalla presenza di cittadini preparati, consapevoli e con accesso a percorsi di apprendimento permanente.
In questo senso, Erasmus+ ha dimostrato negli anni di essere uno degli strumenti più efficaci per rafforzare il legame dei cittadini con il progetto europeo, promuovendo coesione, solidarietà, identità europea condivisa e valori di uguaglianza, inclusione, transizione verde e digitale.
Il testo normativo è ancora in fase di negoziazione e il suo esito dipenderà dalle decisioni politiche dei prossimi mesi. Per chi lavora nell’educazione, nella gioventù, nello sport o nel volontariato, questo è il momento per informarsi, seguire i dibattiti e contribuire attivamente: attraverso consultazioni pubbliche, aderendo a reti europee e nazionali come Erasmus+ Coalition, o semplicemente diffondendo opportunità.
Una cosa è certa: dalla sua nascita nel 1987 Erasmus ha saputo reinventarsi più volte, e anche questa volta, il futuro di milioni di persone in Europa dipenderà da come verrà scritta la prossima “pagina” del programma.