Per le amministrazioni cittadine migliorare la mobilità in modo sostenibile è tutto tranne che un gioco. Almeno fino a oggi.

Il progetto MUV, acronimo di Mobility Urban Values, si propone infatti di favorire il cambiamento delle abitudini di mobilità all’interno delle comunità locali puntando sull’aspetto ludico, attraverso un gioco che mescola esperienza reale e digitale, traducendo le esigenze dei cittadini in soluzioni sostenibili anche per le finanze pubbliche. 

Niente nuove infrastrutture quindi, costose e con tempi di realizzazione lunghi, ma sensibilizzazione e partecipazione delle comunità locali, grazie anche a strumenti di digital marketing geolocalizzato, data analytics, comunicazione creativa e coinvolgente.

Dal 2017 al 2020 MUV prevede l’impegno di 14 partner di 8 diversi paesi europei – Belgio, Danimarca, Finlandia, Italia, Lussemburgo, Olanda, Portogallo e Spagna, e sarà condotto anche grazie a un finanziamento comunitario del programma Horizon 2020.

Il progetto MUV è ideato e coordinato dai ragazzi di PUSH, società che dal 2013 aiuta le comunità, le amministrazioni pubbliche e le organizzazioni a innovare ed essere efficaci in modo sostenibile, attraverso la metodologia del service design.

A spiegarcelo meglio è Toti Di Dio, Managing Director di PUSH, in una breve intervista per il blog di Guida all’Europrogettazione!

Raccontateci la vostra idea: com’è nata? In cosa consiste e perché è diversa dalle altre? Con quale gruppo od organizzazione l’avete organizzata?

MUV sta per “Mobility Urban Values” ed è una piattaforma digitale che trasforma la mobilità sostenibile in uno sport.

Si gioca attraverso un’app e la meccanica di gioco è molto semplice: si guadagnano punti ogni volta che ci si muove in modo sostenibile ovvero camminando a piedi, andando in bicicletta, usando i mezzi di trasporto pubblici o condividendo con altri utenti il proprio veicolo.

Più punti si guadagnano, più “l’atleta” della mobilità urbana riceve l’attenzione di sponsor locali che, offrendogli premi e sconti, possono averlo come proprio testimonial.

Tutti i dati raccolti sono anonimizzati e condivisi alla cittadinanza per stimolare il dibattito sulla mobilità attiva e influenzare quindi le decisioni sulle politiche urbane per la sostenibilità

Attraverso quale linea di fondi europei avete finanziato il vostro progetto?

MUV è un’azione di ricerca ed innovazione finanziata dalla Commissione Europea attraverso il programma Horizon 2020 MG-4.5-2016 e insieme a PUSH, capofila del progetto, il team comprende i sei comuni in cui si tengono i pilot (Amsterdam, Barcelona, Fundao, Ghent, Helsinki e Palermo) e numerose organizzazioni e centri di ricerca europei.

Quali sono le difficoltà principali che avete incontrato nella presentazione del progetto?

Il percorso per arrivare a MUV è stato lungo: nel 2009 è nata l’idea, nel 2012 è stata co-finanziata dal MIUR la prima ricerca applicata al contesto della città di Palermo “trafficO2” e infine nel 2016, grazie agli ottimi risultati raccolti traffico e dopo un percorso di accelerazione a New York con Google Lab e Hyper Island, abbiamo costituito il consorzio e presentato MUV.

Cosa vi è stato più di aiuto in fase di preparazione del progetto europeo?

Grazie alla guida, l’esperienza dei nostri partner e un giusto mix di coraggio, incoscienza e buona sorte siamo riusciti ad affrontare la scrittura del bando, la fase di “grant agreement” e da giugno 2017 quella ancora più complessa e sfidante di coordinamento del consorzio.

Cosa consigliereste a chi vuole finanziare un suo progetto con fondi europei?

Le prime tre domande che bisognerebbe farsi ogni qualvolta si vuol finanziare un progetto con fondi Horizon 2020 sono:

  1. Siamo sicuri che produca impattoper la ricerca e per la società?
  2. Abbiamo verificato che i partner coinvolti abbiano chiari obiettivi e metodiche intendiamo adottare?
  3. Siamo certi di essere pronti a produrre un mare di carta, organizzare centinaia di e-meetinge inviare milioni di email?

Se la risposta è “sì” a tutte le domande, allora siete pronti per questa strano ma divertente mondo della ricerca in ambito europeo.

Avete anche voi una storia di progettazione europea di successo che desiderate raccontare? Condividetela con noi sul blog o sulla pagina Facebook ufficiale della Guida all’Europrogettazione!