Il Dispositivo europeo per la ripresa e la resilienza, la parte più consistente di NGEU, il cosiddetto Recovery Fund, ha avuto il via libera del Parlamento europeo: facciamo un punto della situazione.

Recovery Fund, Una nuova importante tappa

Il regolamento relativo al Dispositivo europeo per la ripresa e la resilienza, ovvero la parte più consistente dello Strumento per la Ripresa (o Next Generation EU: guardate qui, per un po’ di chiarezza terminologica) è stato recentemente approvato dal Parlamento europeo

Il voto si è tenuto il 9 febbraio ed è stato comunicato il giorno successivo: per chi volesse approfondire, qui (a partire da pagina 377) tutti i dettagli della votazione, che ha incontrato il favore di una larghissima maggioranza di europarlamentari. 

La notizia è stata giustamente salutata dai media come un nuovo, importante passo verso la disponibilità di un grosso “pacchetto” di fondi europei, particolarmente necessari per la ripresa economica e sociale dell’Europa e dei nostri territori.

In effetti è una tappa molto importante: si tratta del regolamento che definisce gli obiettivi, gli ammontari e le regole per l’accesso al Dispositivo europeo per la ripresa e la resilienza. Qui il testo della risoluzione e del regolamento, con gli emendamenti proposti dal Parlamento europeo. 

È ora attesa l’approvazione formale da parte del Consiglio, prevista nei prossimi giorni e in linea con l’accordo politico già raggiunto a dicembre. Il Regolamento entrerà in vigore altrettanto rapidamente, ovvero il giorno successivo alla pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell’UE.

Recovery Fund, i punti principali del regolamento

Il testo del regolamento è lungo e complesso, ma possiamo riprenderne i punti principali seguendo l’analisi del Parlamento europeo (1 | 2), che si focalizza soprattutto sui seguenti elementi:

I meccanismi di controllo

Uno degli aspetti più interessanti e rilevanti del regolamento riguarda i molteplici meccanismi di controllo sull’efficacia del Dispositivo. Il loro obiettivo è garantire un uso virtuoso dei fondi ed evitare che il cosiddetto Recovery Fund diventi uno “sportello automatico” per interessi nazionali o di parte. In particolare:

Indicazioni più specifiche sono fornite nelle linee guida della Commissione europea per gli Stati membri, recentemente pubblicate in una versione più completa ed aggiornata, che chiarisce soprattutto gli elementi contenutistici e tecnici attesi dai piani nazionali. 

Cosa ci aspetta?

Quali conclusioni trarre da questa sintetica lettura del documento?

La prima, è che il cosiddetto Recovery Fund seguirà, nella sua concezione e nei suoi principi, una strada molto simile a quella dei progetti europei. La lettura dei meccanismi e dei criteri previsti per l’utilizzo dei fondi richiama da vicino quella che abbiamo ricordato essere la ragion d’essere dei progetti europei, fin dalle prime pagine della nostra Guida: non una “scorta di fondi” a disposizione per qualsiasi tipo d’intervento, ma un modo per realizzare gli obiettivi e le priorità strategiche dell’Unione europea e fornire una risposta concreta ai bisogni reali dei cittadini europei, collettivamente intesi.

La seconda, è che si tratta di un percorso non semplice, che richiede serietà e impegno. Molti di noi sanno, per esperienza diretta, quanta serietà e impegno richiede l’utilizzo dei fondi europei su un singolo progetto: ebbene, questo approccio vale, a maggior ragione, per il cospicuo ammontare di fondi messo a disposizione del nostro paese nell’ambito del Dispositivo europeo per la ripresa e la resilienza. La nostra recente disamina del concetto di “capacità di assorbimento” – che rappresenta evidentemente un vulnus per il nostro paese – è esemplificativa degli sforzi che abbiamo davanti.

Infine, il nostro paese si trova in una fase politica molto particolare: quanto abbiamo recentemente pubblicato in merito a Next Generation EU, al Recovery Fund e al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza resta valido nei termini generali, ma è evidente che è attesa un’ampia rivisitazione del Piano per quanto riguarda l’Italia. Le parti finali del nostro intervento (a partire della sezione “Contenuti – quadro provvisorio per l’Italia”) saranno probabilmente modificate una volta definito il nuovo assetto politico del paese.

Alla luce di questa nuova tappa e dei contenuti del Regolamento appena approvato, ci auguriamo che i prossimi mesi ci portino a sfruttare pienamente questa opportunità unica di rilancio offerta dai fondi europei del Recovery Fund.