Dispositivo per la ripresa e la resilienza

723,82 miliardi di euro (da NGEU, di cui 337,97 in sovvenzioni e 385,85 in prestiti)

Il dispositivo per eccellenza per il rilancio economico e sociale post-Coronavirus

Analisi | Iter | Testo | Status | Info | Bandi | Risultati | Sito | Docs | News | Eventi

DG / Agenzie responsabili:
RECOVER | Governo Italiano | Presidenza del Consiglio

Beneficiari potenziali

Stati membri dell’UE e, indirettamente, cittadini dell’UE, organizzazioni e imprese pubbliche o private.

Descrizione e obiettivi

Il Dispositivo per la ripresa e la resilienza ha una natura unica e storica nell’ambito dei fondi europei. È stato appositamente creato in risposta a una situazione unica, la pandemia di Covid-19, che ha richiesto un enorme tributo di vite umane e ha innescato la più grave recessione economica del dopoguerra.

Il Dispositivo per la ripresa e la resilienza è anche chiamato Recovery and Resilience Facility (RRF). È la parte di gran lunga più consistente di un più ampio “Strumento per la Ripresa”, detto anche “Recovery Instrument”, “Recovery Package”, NextGenerationEU o “NGEU”.

Mentre NGEU contribuisce a molti altri programmi trattati in questa sezione, il Dispositivo per la ripresa e la resilienza costituisce il fulcro e il programma ad-hoc per la risposta dell’UE alla crisi e all’emergenza del Coronavirus.

Il Dispositivo per la ripresa e la resilienza ha:

  • Una dotazione finanziaria senza precedenti;
  • Una gestione propria (assicurata da un apposito sistema a livello di Stati membri, in stretto coordinamento con la Commissione europea);
  • Proprie fonti di finanziamento (che implicano, tra l’altro, la prima emissione di “titoli europei” della storia);
  • Un sistema di sostegno misto (che include sia sovvenzioni a beneficio degli Stati membri, sia prestiti attivabili su richiesta degli Stati membri);
  • Una pianificazione nazionale (elaborata a livello italiano nell’ambito del PNRR, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, e sottoposta all’approvazione delle istituzioni comunitarie);
  • Un sistema di controllo che vincola gli Stati membri al raggiungimento di determinati obiettivi e traguardi (definiti nel PNRR) e alla realizzazione di riforme (giudicate indispensabili per rispondere alla crisi e innescare un processo sostenibile di sviluppo);
  • Un importante vicolo temporale (i fondi dovranno essere impegnati per il 70% entro la fine del 2022, per il restante 30% entro la fine del 2023 ed effettivamente spesi entro la fine del 2026).

Il Dispositivo ha dunque l’obiettivo di mitigare l’impatto economico e sociale della pandemia di Coronavirus e rendere le economie e le società dell’UE più sostenibili, resilienti e meglio preparate per le sfide e le opportunità della transizione verde e digitale. Promuoverà la coesione economica, sociale e territoriale, la creazione di posti di lavoro e la crescita sostenibile, nonché la resilienza e la preparazione alle sfide future dell’Unione e degli Stati membri. 

Tipologia di azioni e progetti

Il finanziamento viene erogato sotto forma di sostegno finanziario a fondo perduto (sovvenzioni) e prestiti. I fondi vengono destinati agli Stati membri, che li utilizzano sulla base di quanto previsto dai rispettivi Piani nazionali di ripresa e resilienza: in primo luogo, per investimenti pubblici e riforme, con l’obiettivo (intrinseco nel Dispositivo) di garantire una ripresa sostenibile e inclusiva che promuova le transizioni verdi e digitali.

Il Dispositivo per la ripresa e la resilienza offrirà dunque un sostegno finanziario su larga scala per gli investimenti pubblici e le riforme in sei settori principali:

  • Transizione verde (minimo 37% della dotazione finanziaria);
  • Trasformazione digitale (minimo 20% della dotazione finanziaria);
  • Crescita intelligente, sostenibile e inclusiva;
  • Coesione sociale e territoriale;
  • Salute e resilienza economica, sociale e istituzionale;
  • Politiche per la prossima generazione e i giovani.

Indirettamente, la RRF fornirà anche finanziamenti per investimenti privati, canalizzati attraverso schemi pubblici.

C’è potenziale spazio per progettualità da parte di organizzazioni private o associative, ma canalizzata da: 1) specifici criteri; 2) un focus sugli obiettivi “macro” definiti dal Dispositivo e dal PNRR; 3) importanti limiti di tempo.

Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) italiano:

  • Ha un ammontare totale di 191,5 miliardi di euro, cui si aggiungono 30,6 miliardi di Piano Complementare (PC), finanziato dallo Stato italiano, per un totale di 222,1 miliardi di euro;
  • Si articola in 6 Missioni (aree tematiche principali, coerenti con i sei settori riportati sopra), articolate in Componenti (aree di intervento che affrontano sfide specifiche), ognuna delle quali prevede un ampio numero di Investimenti (interventi specifici). La struttura generale è riassunta nella tabella;
  • Prevede 3 Priorità Trasversali (i principi che guidano gli investimenti, le riforme e i progetti del PNRR), Giovani, Parità di genere e Riduzione di divario di cittadinanza (nord-sud, disabili e anziani);
  • È accompagnato da un’ampia strategia di riforme (in tutto 63), suddivise in Riforme Trasversali (giustizia e pubblica amministrazione), Riforme Abilitanti (concorrenza, normative ambientali, contratti pubblici, qualità della regolazione, federalismo fiscale, tax gap, semplificazione amministrativa, contabilità economico-patrimoniale, revisione e valutazione della spesa, tempi di pagamento della PA, Recovery Procurement Platform, anticorruzione, investimenti e interventi nel Mezzogiorno, edilizia, urbanistica e rigenerazione urbana) e un numero ancora più altro di Riforme Settoriali riguardanti ambiti specifici.
Struttura generale del PNRR italiano   Miliardi di euro   %
Missioni e Componenti Bandi  PNRR PC TOT   PNRR PC TOT
M1. Digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura e turismo Bandi 40.3 8.7 49.0   21.0 28.5 22.1
M1C1. Digitalizzazione, innovazione e sicurezza nella PA Bandi 9.7 1.4 11.1   5.1 4.6 5.0
M1C2. Digitalizzazione, innovazione e competitività nel sistema produttivo Bandi 23.9 5.9 29.8   12.5 19.2 13.4
M1C3. Turismo e cultura 4.0 Bandi 6.7 1.5 8.1   3.5 4.8 3.7
M2. Rivoluzione verde e transizione ecologica Bandi 59.5 9.2 68.6   31.0 29.9 30.9
M2C1. Agricoltura sostenibile ed economia circolare Bandi 5.3 1.2 6.5   2.8 3.9 2.9
M2C2. Energia rinnovabile, idrogeno, rete e mobilità sostenibile Bandi 23.8 1.4 25.2   12.4 4.6 11.3
M2C3. Efficienza energetica e riqualificazione degli edifici Bandi 15.4 6.6 21.9   8.0 21.4 9.9
M2C4. Tutela del territorio e della risorsa idrica Bandi 15.1 15.1   7.9 6.8
M3. Infrastrutture per una mobilità sostenibile Bandi 25.4 6.1 31.5   13.3 19.8 14.2
M3C1. Investimenti sulla rete ferroviaria Bandi 24.8 3.2 28.0   12.9 10.5 12.6
M3C2. Intermodalità e logistica integrata Bandi 0.6 2.9 3.5   0.3 9.3 1.6
M4. Istruzione e ricerca Bandi 30.9 1.0 31.9   16.1 3.3 14.4
M4C1. Potenziamento dell’offerta dei servizi di istruzione: dagli asili nido alle università Bandi 19.4 19.4   10.2 8.8
M4C2. Dalla ricerca all’impresa Bandi 11.4 1.0 12.4   6.0 3.3 5.6
M5. Inclusione e coesione Bandi 19.9 2.8 22.6   10.4 9.0 10.2
M5C1. Politiche per il lavoro Bandi 6.7 6.7   3.5 3.0
M5C2. Infrastrutture sociali, famiglie, comunità e terzo settore Bandi 11.2 0.3 11.6   5.9 1.1 5.2
M5C3. Interventi speciali per la coesione territoriale Bandi 2.0 2.4 4.4   1.0 7.9 2.0
M6. Salute Bandi 15.6 2.9 18.5   8.2 9.4 8.3
M6C1. Reti di prossimità, strutture e telemedicina per l’assistenza sanitaria territoriale Bandi 7.0 0.5 7.5   3.7 1.6 3.4
M6C2. Innovazione, ricerca e digitalizzazione del servizio sanitario nazionale Bandi 8.6 2.4 11.0   4.5 7.8 5.0
Totale   191.5 30.6 222.1   100.0 100.0 100.0

Principali novità

La RRF è uno strumento nuovo, anzi storico. Pertanto, non vi sono precursori nei precedenti periodi di programmazione (vedi sopra).